Un aspetto nodale dell’inquinamento
degli ecosistemi marini è rappresentato dall’accumulo di sostanze nocive
nelle catene alimentari, aspetto particolarmente importante e dalle
ricadute gravi, anche per la bioaccumulabilità e persistenza di tali
sostanze, oltre che per la loro patogenicità che può interessare, in
pratica, ogni organo e apparato.
Il coinvolgimento delle catene
alimentari, inoltre, amplia in maniera imprevedibile l’ambito delle
popolazioni e dei territori coinvolti, che rimane in ogni caso non
confinato alle zone geografiche direttamente interessate.
Un classico esempio di questo è rappresentato dal rinvenimento, ancora ai nostri
giorni, del diclorodifeniltricloroetano noto come DDT, nel
latte materno o nel grasso dell’orso polare (è evidente che al polo nord
l’uso di insetticidi sia pratica certo non consueta).
Tale rilievo risulta ancor più inquietante se si pensa che il DDT non è più usato in Europa dagli anni “70.